venerdì 29 giugno 2007

Linguaggi



Il mio primo computer fu un Commodore VIC-20. Aveva 20kB di ROM per il sistema operativo e il BASIC, e 5kB di RAM, di cui 3583 byte disponibili per la programmazione in BASIC. Lo attaccai al televisore, lo accesi, vidi il cursore lampeggiante, scrissi “ciao”, e lui mi rispose “?syntax error”. Pensai “ooh, ma allora funziona!”, e da lì iniziò il mio dialogo con i computer.

Quest'anno non sono commissario agli esami di stato (ex esami di maturità - hanno deciso che maturità è una parola troppo grossa da usare, e adesso si chiamano così), ma lo sono stato varie volte in passato. I non addetti ai lavori non sanno che tutte le commissioni del regno usano un programma apposito per registrare i lavori, i voti, i verbali, per stampare attestati, quadri, resoconti, tabelle. Il famoso programma Conchiglia. Fra tutti i commissari ne viene designato uno, al quale viene dato il titolo onorifico di Segretario, addetto alle operazioni al computer. Di solito sono pochi quelli che si assumono spontaneamente questo ruolo, soprattutto nelle scuole non tecniche dove gli insegnanti che hanno dimestichezza con una tastiera sono quasi inesistenti.

Ogni volta che sono stato commissario agli esami di stato, io sono stato anche Segretario. Ho imparato l'arte della dattilografia sul VIC-20, le tastiere moderne mi fanno un baffo. I miei colleghi erano felicissimi di avermi come Segretario: uso tutte le dieci dita sulla tastiera, sono in grado di scrivere senza guardare i tasti, quindi posso copiare velocemente da un foglio scritto a mano. Mentre scrivo riesco ad ascoltare qualcuno che mi parla, magari lo guardo anche in faccia, e chi non è abituato mi guarda strano e mi domanda se lo sto prendendo in giro. “Cosa fai? Scrivi o mi ascolti?”. “Tutte e due”. “Ma smettila!”. E io sono felice di fare il Segretario: se scrivo io i verbali facciamo prima. Se lascio fare ai colleghi monodito non andiamo più a casa.

“Ma hai fatto un corso per scrivere così?”, mi ha domandato Collega Tecnico Elettronico, uno che di computer ne ha visti tanti.

“No, però ho cominciato a scrivere col VIC-20”. I suoi occhi si sono illuminati e mi ha sorriso.

Il VIC-20 era la negazione dell'ergonomia: la tastierona era alta vari centimetri, bisognava tenere i polsi tutti piegati per scrivere, oppure bisognava tenerli sospesi, senza punti di appoggio. Il mouse non esisteva, naturalmente. Si compravano riviste contenenti listati di programmi, e si ricopiavano a mano. Oppure si programmava da zero: sul manuale del computer c'era una sezione dedicata al linguaggio BASIC, si studiavano un po' i comandi e poi si provava qualcosa. Eravamo agli inizi degli anni '80 (se ho fatto bene i conti, nel 1982), e avere un computer, allora, significava questo.

I programmi più complicati (con 3583 byte liberi ci si poteva sbizzarrire) si potevano caricare mediante audiocassetta. Per dare un'idea della stratosferica capacità di una cassetta, basti pensare che in 30 minuti di audio si potevano registrare ben 100KB.

Il VIC-20 è stato anche il primo computer di Linus Torvalds, per dire.

Si imparava a programmare, quelli bravi anche in assembler, tutti gli altri in BASIC. Si facevano prove, si leggevano libri, si imparavano nuovi linguaggi - sia di programmazione, che linguaggi tecnici.

I computer degli studenti di oggi, invece, hanno ben più di 3583 byte liberi, i loro processori sono un po' più potenti di quello del VIC-20 (anche se poi qualche sistema operativo moderno usa il 95% della potenza di calcolo per fare delle belle finestre animate trasparenti), ma con la programmazione siamo messi male. Il BASIC, il linguaggio che una volta conoscevano tutti, ora è dimenticato. Purtroppo, nessun altro linguaggio ha preso il suo posto.

Però questi studenti di oggi ne conoscono, di nuovi linguaggi. Ne creano anche. Per esempio, quello degli SMS. Con quelle maledette abbreviazioni, come il “nn” al posto di “non” (nato quando il T9 non esisteva, e per scrivere “non” si doveva premere due volte sul 6, poi aspettare un po', poi tre volte sul 6, poi aspettare un altro po', poi due volte sul 6; se le soste non erano sufficientemente lunghe, saltava fuori un “nn”). Capisco che negli SMS si debbano risparmiare caratteri ma, quando una studentessa mi scrisse un sacco di “nn acc” nella verifica di matematica, io sentii un brivido freddo lungo la schiena e decisi che era stato superato il limite (sì, le abbassai il voto).

E giusto giusto ieri, uno studente che frequenta questi lidi, Ronkas, mi ha scritto in un commento che, prof, deve capire, che le nuove tecnologie portano nuovi linguaggi tecnici, che non si dice più “aggiungere” ad una rubrica, tanto per fare un esempio, ma ora si dice “addàre” ad una rubrica.

Che sta anche meglio di un obsoleto “aggiungere”, ha scritto un anonimo in un altro commento.

A questo punto, uso anch'io un linguaggio tecnico.

Indicata con V(t,s) la funzione che restituisce il voto V assegnato nel giorno t allo studente s, è dato il seguente postulato:

t | t > "2007-09-01" ∧ V(t,Ronkas) = 2.

Tzè. Ho avuto il VIC-20, io.

sabato 23 giugno 2007

La vecchiaia incombe

Image of Una barca nel bosco

Ora io mi chiedo se ci si può commuovere leggendo le ultime pagine di un libro.

giovedì 21 giugno 2007

Compiti per le vacanze

.mau. compie un'opera meritoria: dimostra, con un esempio, che non sempre la matematica è noiosa/difficile/inaffrontabile/(inserire aggettivi a piacere). Ci sono cose alla portata di tutti, dice, e fa un esempio sui sudoku. Eccolo.

Se nello schema iniziale di un sudoku compaiono solo sette numeri diversi (magari ripetuti più volte), allora il sudoku non ha soluzione unica.

Avanti, è da dimostrare. Possono farlo anche quelli col debito...

sabato 16 giugno 2007

A cosa serve la matematica

BBC news pubblica una importantissima notizia che farà presto il giro del mondo: i matematici hanno scoperto una formula matematica che spiega l'evoluzione della schiuma della birra. Perché la schiuma di una lager sparisce in fretta, mentre quella di una Guinnes rimane per molto tempo? Ora abbiamo la risposta. Un'equazione ci spiega che le bolle piccole si restringono, le bolle grandi si allargano.

Per i tecnici, pare che sia stato generalizzato un vecchio risultato di Von Neumann che era valido in due dimensioni.

giovedì 14 giugno 2007

Silenzio stampa

In questi giorni siamo in regime di silenzio assoluto, non possiamo per nessun motivo raccontare gli esiti degli scrutini: sarebbe bene che gli studenti non ci provassero nemmeno a chiedere com'è andata. Non vorrei raccontare l'episodio di quello studente di quinta che, con cinque materie insufficienti, girava per i corridoi in cerca di insegnanti che gli dicessero se era stato ammesso all'esame, incontrando però soltanto volti di prof trasformati in sfingi.

Lo sventurato avrebbe poi scoperto, poche ore dopo, che, no, non era stato ammesso.

mercoledì 6 giugno 2007

Non importa che tu sia leone o gazzella.

L'euforia di fine anno non c'è, da parte dell'insegnante. L'ultima settimana è terribile, orde fameliche di belve ti assediano per rimediare una sufficienza (che non avranno mai, figuriamoci se si riesce a prendere un 6 in pagella studiando l'ultima settimana di scuola), stormi di avvoltoi volano intorno alle tue spalle per dare un'occhiata al registro, predatori solitari stanno nascosti dietro ad ogni colonna o ad ogni angolo in attesa del tuo passaggio, pronti a bloccarti e a chiederti quando puoi interrogarli (ma solo sull'ultimo argomento, un esercizietto facile facile, niente teoria eh?).

Tu stai lì, a vedere gente che viene alla lavagna ma che sta sempre voltata indietro in cerca di suggerimenti, oppure che ti ripete a memoria una dimostrazione senza averla capita nemmeno un po', oppure che sta quaranta minuti su un'esercizio (facile facile, eh?) senza combinare niente, e ti domandi che cosa ci stai a fare.

Per fortuna venerdì finiamo...